Il patronato della famiglia Botti sulla cappella duro' fino al 1619, quando il marchese Matteo di Giovanni Battista Botti, senza successori, nomino' erede universale il granduca di Toscana Cosimo II. Nell'ambito dei progetti di rinnovamento chiesastico promosso dal Vasari in molte chiese fiorentine, fu proprio questo altare a fare da prototipo, con un disegno di mano dell'artista stesso, alla serie di altari che saranno successivamente addossati alle pareti della navata unica della chiesa del Carmine.
Nel 1771 un violento incendio distrusse buona parte della chiesa e degli arredi; la tavola raffigurante La Crocifissione, insieme ad altre tre furono salve perche' trasferite all'interno della sacrestia durante i lavori di rinnovamento del soffitto su progetto dell'architetto Zanobi del Rosso. Il dipinto e' un precoce esempio di pittura controriformata, evidente nella composizione che accentua il tono pietistico e trasmette il senso del dolore profondo attraverso le espressioni e le attitudini dei santi che vivono il dramma della Crocifissione, a conferma di come il Vasari fosse attento nel recepire le nuove istanze espresse dalla chiesa per contrastare la tempesta del protestantesimo che stava travolgendo tutta l'Europa.
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